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Provvedimento vessatorio e iniquo, Cassa geometri spegne l’interruttore

Dalla sera alla mattina – come bere acqua fresca – Cassa Geometri ha infierito su una parte dei suoi 78mila iscritti approvando la cancellazione della pensione di anzianità (almeno 40 anni di contributi e 60 anni di età, calcolo misto, retributivo fino al 2006 poi contributivo), la pensione che prevede più anni di anzianità contributiva con obbligo di fatturato minimo dal 2003 e il più basso assegno pensionistico tra le altre due tipologie di pensione. L’impianto normativo era in essere da soli due anni, dal 1 gennaio 2020. Chi avrebbe raggiunto il sudato e ambito traguardo pensionistico nell’anno 2022 – 735 i geometri coinvolti – si è visto furtivamente spostare il paletto di ben 7 anni (capito bene, 7 anni)!

Dal 1 gennaio 2022 infatti salteranno i vecchi parametri e la prospettiva si sposterà sulla pensione di vecchiaia anticipata (67 anni di età, 35 anni di anzianità contributiva senza obbligo di fatturato minimo, calcolo misto, retributivo fino al 2009 e poi contributivo).

Ora, ho lasciato la Cassa dopo tre mandati da delegata solo pochi mesi fa, quindi ricordo ancora in maniera netta le parole del presidente in risposta alle preoccupazioni di alcuni delegati “Non mi preoccupa la pensione di anzianità, sono numeri modesti e poi comunque più passano gli anni più risulta poco appetibile perché la parte del contributivo incide molto nel calcolo del pro rata, andrà ad esaurimento da sola”. Nulla lasciava presagire questo improvviso e sciagurato cambio di rotta.

Mi convinco sempre più che vista la decisione lampo essa sia stata presa senza la dovuta riflessione e condivisione con il territorio. Ho sentito parlare di analisi delle proiezioni dei risparmi ma non gli effetti delle decurtazioni statistiche sulle pensioni, gettando così alle ortiche quel rapporto di fiducia alla base di una buona comunicazione, da anni in bilico per molti iscritti e del tutto saltato per altri ancora.

Ma lor signori sono proprio sicuri di aver amministrato con oculatezza le risorse finanziarie incamerate dall’Ente o applicato la spending review alle spese di rappresentanza o la gestione del recupero dei crediti, mai calmierati (da circa 300 milioni nel 2010 a circa 1.300 milioni nel 2021). Per sostenere i costi altissimi della governance con l’indiscutibile mission di pagare le pensioni, Cassa Geometri aveva già aumentato nel 2018 le entrate (soggettivo minimo, dal 15% al 18%) e oggi ha diminuito le uscite cancellando la pensione di anzianità dal 1° gennaio 2022, di fatto aumentando l’età pensionabile di ben 7 anni, da 60 a 67 anni d’età, per chi è nella condizione più sfavorevole.

E’ una spaventosa ingiustizia sociale la mancata previsione di gradualità, soprattutto per le donne che nella peggiore delle ipotesi – oggi 40 anni di contribuzione e 60 d’età – dovrebbero lavorare e pagare in totale 47 anni per accedere pienamente all’assegno pensionistico di vecchiaia anticipata. E’ pura follia ma soprattutto è emarginazione sociale e costrizione al reggere ritmi insostenibili di impegno economico e lavorativo.

 Ed è una mossa maledettamente sproporzionata e ignobile quella appena approvata, che decreta nuove regole previdenziali, senza ammortizzatori, e che vede una platea di 59-60-61enni ai quali si chiede l’impossibile calpestando la sudata carriera, i versamenti e il reddito per imperterriti 40 anni di attività trascorsa.

E poi è lesivo a tal punto da gridare vendetta il non aver minimamente riconsiderato le altre due tipologie di pensione, quella di vecchiaia anticipata a 67 anni con calcolo misto retributivo/contributivo e quella di vecchiaia a 70 anni, totalmente retributiva per i primi 40 anni.

Se le prestazioni generose con calcolo retributivo non ce le possiamo più permettere perché si è voluto fare un ragionamento solo sull’anzianità e non sulla vecchiaia? Forse disturbava una platea più numerosa.

Insomma, Cassa Geometri cambia le regole senza minimamente pensare ad attuare casomai una riforma del sistema pensionistico che comprenda anche le altre forme di pensione (vecchiaia anticipata e vecchiaia). Spero la norma non venga approvata dai Ministeri che ci vigilano proprio per la sua imparzialità e il suo sbilanciato equilibrio.

 Ma cos’è che Cassa geometri pretende, rubare la dignità alle persone, imporre con arroganza alle donne soprattutto un tempo di attività lavorativa inaudita? A cosa serve venire a conoscenza che sarà comunque possibile presentare domanda di pensione prima dei 67 anni? La penale approvata (1% in meno sulla quota retributiva per ogni mese anticipato senza distinzione a scaglioni, che nel caso più sfavorevole sarebbe dell’84% (il 12% per 7 anni) ha il sapore di una appropriazione indebita grave.

Se la Cassa auspica che i professionisti la smettano di continuare a lavorare prendendo anche la pensione di anzianità (regole peraltro previste e sempre ben accettate da tutti tranne che da me) allora lo deve pretendere da tutti, senza se e senza ma, cominciando proprio dai tanti geometri senior che rimanendo nel mondo del lavoro non aiutano certo al ricambio generazionale che tanto soffriamo noi diplomati oppure cominciando ad alzare l’anzianità contributiva, da 35 a 40 anni per tutti oppure alzando l’età minima dell’anzianità a 60 a 62 anni semmai.

Che colpa ne ha il povero geometra che ha iniziato a lavorare da giovane o che ha riscattato il praticantato o riscattato il periodo di militare ma non riesce a rientrare nei nuovi requisiti di accesso alla pensione? Noi non siamo laureati, ci affacciamo presto nel mondo del lavoro e non possiamo accettare di vederci imposto un tempo medio aggiuntivo tra i 5 e 7 anni ai 40 già trascorsi con una iniqua e offensiva riduzione della pensione. E’ fuori dal mondo.

Buona parte degli amministratori odierni sono ancora quelli che da troppi mandati sono lì a gestire il patrimonio dell’Ente e se siamo arrivati a questo stadio credo che la somma delle prestazioni risparmiate serva per ben poco tempo. Il Comitato Delegati ha approvato a maggioranza (111 favorevoli, 31 contrari, 3 astenuti), ciò non toglie il mio disappunto e il rammarico di tanta protervia.

Amo il mio lavoro e ciò che ho raggiunto. Vedersi obbligati ad attendere sette anni per programmare il proprio futuro fuori dal lavoro senza svendere i sacrifici fatti, addolora e sgomenta chiunque.

F.to Una geometra diversamente giovane