di seguito un articolo, che si rimbalza dal giornale ItaliaOggi, in merito ad argomenti importanti e poco seguiti dai vertici di categoria

Its, occupati anche con il Covid – da ItaliOggi

 

Il monitoraggio dell’Indire al Parlamento. Il 71% dei prof viene dal mondo delle imprese

Its, occupati anche con il Covid

L’80% dei diplomati ha trovato lavoro a un anno dal titolo, il 92% è occupato in un’area coerente con il percorso di studi. Mentre del 20% dei non occupati solo poco più della metà, l’11,1%, non trovato lavoro: il 4,1%, infatti, è iscritto a un percorso universitario e il 2,7% è in tirocinio extracurricolare. Questi i risultati degli Its che sono stati messi a disposizione del Parlamento, alle prese con la riforma degli istituti stessi nell’ambito di una revisione complessiva dei titoli utili al lavoro. Una riforma giunta all’esame dell’aula e che nei giorni scorsi è stata bocciata dal presidente degli industriali, Carlo Bonomi. Secondo Confindustria, si smonterebbe un modello che funziona. L’invito è al Parlamento perché si fermi.

Sulla riforma in esame c’è stato il consenso in commissione di tutti i partiti di maggioranza, a partire dal testo Gelmini-Aprea. Una doccia gelata per i parlamentari che non lascia presagire niente di buono per i lavori che ci saranno al Senato, dove le modifiche, e anche sostanziali, sono a questo punto nel novero delle cose attese.

Il monitoraggio nazionale 2021 dell’Indire sugli Its, gli istituti tecnici superiori post diploma, conferma, «nonostante la pandemia, la forza di questi percorsi sul piano dell’occupabilità, della formazione e dal punto di vista sociale», sottolinea Giovanni Biondi, presidente dell’Indire. «Ciò è possibile grazie a un modello dinamico caratterizzato da una flessibilità organizzativa e didattica, da una rete di governance costruita insieme alle imprese, dalla capacità di intercettare l’innovazione, in particolare sul fronte dell’uso delle tecnologie abilitanti proprie al piano Industria 4.0, dalla coerente ricerca sulle metodologie di apprendimento e di acquisizione di competenze per i nuovi lavori».

Analizzando i 201 percorsi terminati nel 2019 erogati da 83 Its sui 104 istituti tecnici superiori costituitisi al fine 2019 con 5.097 studenti e 3.761 diplomati, il monitoraggio infatti registra che il 44,6% dei 2.462 soggetti partner degli Its sono aziende e associazioni di imprese. Il 91% delle 4.043 sedi di stage sono aziende, la maggior parte di piccole dimensioni.

I docenti impegnati nei corsi risultano essere per il 71% professionisti provenienti dal mondo del lavoro, che svolgono il 71% delle ore di lezione previste nei percorsi. Il 41,3% del monte ore è realizzato in stage, mentre il 27% delle ore di teoria in laboratori di impresa e di ricerca, di cui il 24,4% di proprietà dell’Its e il 75,6% in convenzione.

La presenza di esperti provenienti dal mondo delle imprese garantisce il livello di aggiornamento delle attività, degli stage e delle attività di laboratorio. Inoltre, il 55% dei percorsi utilizza le tecnologie abilitanti 4.0, di questi l’84% ne utilizza più di una. In particolare, la gestione elevata di quantità di dati sul cluod (46,4%) e la simulazione tra macchine interconnesse per ottimizzare i processi (47,3%).

«Questi dati ci dicono che possiamo fare di più», osserva il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi. «È il momento di uscire definitivamente dalla fase sperimentale e creare una rete nazionale in grado di valorizzare le specificità territoriali e rendere questa scelta più attrattiva per i giovani e le loro famiglie». Il rilancio degli Its, «al centro anche del nostro Pnrr, è un punto qualificante della strategia del Paese per uscire da stagnazione e bassa crescita e innalzare i livelli di studio».