testo integrale

 

12 dicembre 2023

Memoria concernente osservazioni e proposte del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro sul sistema previdenziale

Audizione del Prof. Renato Brunetta presso la Commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori di forme di previdenza e assistenza sociale

 

5
Osservazioni e Proposte del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro
concernenti il sistema previdenziale
(ai sensi della legge 30 dicembre 1986, n. 936, articolo 10, lettere a, f )
PREMESSA
La presente memoria è predisposta ai sensi della legge 30 dicembre 1986, n. 936, in
particolare dell’articolo 10 (Attribuzioni), lettera a), che attribuisce al Consiglio
Nazionale dell’Economia e del Lavoro il compito di esprimere valutazione e proposte
sui più importanti documenti e atti di politica e di programmazione economica e
sociale, e lettera f), che stabilisce che il Consiglio contribuisca all’elaborazione della
legislazione che comporta indirizzi di politica economica e sociale.
Il CNEL esamina annualmente i principali documenti ed atti di politica e di
programmazione economica e sociale, e in tale sede esprime proprie valutazioni anche
sugli interventi che il decisore apporta alla struttura e al funzionamento del sistema
previdenziale. Su richiesta dei competenti organi parlamentari il Consiglio si è
pronunciato inoltre sulle azioni che si ritiene opportuno introdurre nel sistema delle
casse privatizzate.
È opinione condivisa dalle parti sociali che quello previdenziale sia uno dei temi
prioritari da affrontare in questa fase economica e sociale, che i cambiamenti debbano
essere finalizzati a eliminare dal sistema gli aspetti più iniqui e che ciò debba essere
fatto nel quadro di una riforma organica che non si limiti a considerare le pensioni
come una pur importante voce di spesa, ma ponga al centro della riflessione i profili
di sostenibilità sociale del modello esistente, nonché la sua capacità di rispondere
pienamente alle sfide del contesto demografico attuale.
Il CNEL si è espresso in materia di previdenza già nel corso della XVIII legislatura, su
richiesta e in collaborazione con la Commissione bicamerale per il controllo degli enti
gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza. L’analisi in quella sede aveva
ad oggetto esclusivamente le Casse previdenziali derivate dalla trasformazione da enti
pubblici di previdenza in enti di diritto privato (a seguito del riordino generale degli
enti previdenziali disposto con la legge 24 dicembre 1993, n. 537) e subito dopo
(decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509) in associazioni o fondazioni di diritto
privato, in base alle delibere adottate dagli organi di ciascuna Cassa. Sullo specifico
tema e per ogni approfondimento al riguardo, si fa rinvio a quanto già prodotto dal
CNEL1.

Nell’ambito della presente memoria vengono in primo luogo ripercorse le tendenze di
lungo periodo e le caratteristiche dell’attuale sistema previdenziale italiano, così come
risultante dai ripetuti interventi del legislatore, individuando al contempo criticità e
questioni aperte che saranno sviluppate nell’ambito di uno specifico gruppo di lavoro,
che il CNEL costituirà nel quadro delle proprie attribuzioni.
A corredo della presente memoria vengono inoltre fornite in appendice:
a) una prima rassegna di proposte sulle principali criticità avanzate in materia di
riforma del sistema previdenziale;
b) la cronologia dei principali interventi normativi in materia di previdenza.

………..

 

OSSERVAZIONI E PROPOSTE
Il CNEL ribadisce innanzitutto, come già richiamato in premessa ed ampiamente
condiviso dalle parti sociali, che quella previdenziale è una delle priorità da affrontare
in questa fase economica e sociale, che i cambiamenti debbano essere finalizzati a
eliminare dal sistema gli aspetti più iniqui e che ciò debba essere fatto nel quadro di
una riforma organica che non si limiti a considerare le pensioni come una pur
importante voce di spesa, ma ponga al centro della riflessione i profili di sostenibilità
sociale del modello esistente, nonché la sua capacità di rispondere pienamente alle
sfide del contesto demografico attuale.
La riforma di un sistema pensionistico dovrebbe essere valutata secondo due criteri
principali:
1) l’efficienza, da raggiungere mediante l’equilibrio, in senso attuariale, del sistema
pensionistico, ovvero assicurando che i contributi versati assicurino la copertura delle
spese previste;
2) l’equità intergenerazionale, che si raggiunge nella condizione in cui una riforma
non penalizza una generazione di lavoratori rispetto alle altre. Da questo punto di
vista l’Italia soffre di un enorme problema legato alla demografia sfavorevole che,
soprattutto in un sistema a ripartizione, fa dipendere un sempre crescente numero di
pensionati sui lavoratori.
Per questo motivo è necessario che le riforme pensionistiche, oltre a vedere un
rinnovato ed inclusivo protagonismo delle parti sociali, siano accompagnate da
riforme delle politiche attive del lavoro volte ad aumentare il tasso di partecipazione
al mercato del lavoro, soprattutto della componente femminile e dei NEET, nonché
ad aumentare in misura esponenziale le azioni di contrasto all’evasione contributiva,
come peraltro già previsto dalle specifiche misure contemplate all’interno del PNRR
ancora in fase di attuazione.
In sintesi, dal punto di vista della finanza pubblica, per avviare a risoluzione il
problema di sostenibilità del sistema previdenziale occorre consolidare e incrementare
progressivamente la platea dei lavoratori attivi sulla quale applicare l’aliquota
d’equilibrio, in maniera da aumentare il gettito contributivo.
La sostenibilità nel medio-lungo periodo del pagamento delle pensioni, infatti, è legata
ai futuri lavoratori più che alle future nascite, e non è affatto detto che le due cose
coincidano. Il problema della bassa natalità è da anni un’emergenza che necessita di
soluzioni di medio-lungo periodo e soprattutto di politiche strutturate di sostegno con

adeguati investimenti anche a livello infrastrutturale. Un ruolo sempre più centrale in
tale direzione può assumere inoltre l’immigrazione regolare, che può e deve diventare
una risorsa concorrendo alla sostenibilità complessiva del sistema.
Infine, quanto alla governance dei grandi enti di previdenza obbligatoria (INPS e
INAIL), la legge ne ha modificato la composizione e i poteri delle funzioni
amministrative, ma permangono tuttora regimi commissariali che sarebbe opportuno
superare quanto prima anche per affrontare le sfide quotidiane al servizio dei
lavoratori, delle imprese e dei cittadini

……………………….